La Corte Suprema ha ascoltato gli avvocati di Apple e di Samsung,

18611-17807-161011-supreme-l-1

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha pubblicato la trascrizione della prima udienza che ha visto protagoniste le due aziende Apple e Samsung, in lotta da anni per la violazione di alcuni brevetti di design relativi all’iPhone 3G. Samsung è stata condannata sia in primo grado che in appello, ma ora i giudici sella Corte Suprema potrebbero ribaltare il risultato.I giudici hanno messo in evidenza la complessità del caso e come possa essere giudicato in modo corretto. Gran parte delle argomentazioni dei giudici vertono sulla definizione di “article of manufacture“, una frase chiave nel diritto dei brevetti, visto che proprio da questa definizione deve partire la valutazione dei danni da infliggere ad un’azienda in caso di violazione.Samsung sostiene che i danni da risarcire dovrebbero essere assegnati sulla base di una parte dei profitti attribuibili alla violazione, e non ai profitti totali sulle vendite degli smartphone. Ad esempio, la violazione del brevetto di design del tasto Home o dei bordi arrotondati andrebbe valutata singolarmente in fase di risarcimento danni, come parte specifica di uno smartphone, e non come violazione di design dell’intero dispositivo. Apple, invece, sostiene il contrario: i danni derivanti dalla violazione di un singolo elemento non vanno separati dallo smartphone nel suo insieme, visto che il design del dispositivo è “integrale alla sua funzione”. I tribunali di primo e secondo grado hanno sposato questa tesi, con Samsung che alla fine è stata condannata al pagamento di 399 milioni di dollari a favore di Apple, anche in base ad una legge del secolo scorso relativa proprio alla violazione dei brevetti di design.I giudici della Corte Suprema stanno però valutando diversi elementi. Alcuni giudici mettono in dubbio la validità di quella vecchia legge nei dispositivi moderni, molto più complessi di quelli passati, ma tutti ammettono che, se fossero loro i giurati, non saprebbero cosa fare vista la complessità dell’argomento trattato. Un giudice fa poi l’esempio del Maggiolino Volkswagen: “Se qualche produttore copia solo il design del cofano, probabilmente sarebbe ingiusto fargli pagare per la violazione del design dell’intera auto. La macchina è costituita da migliaia di altre parti importanti: al di là del desing, nessuno comprerebbe un’auto che consuma troppo o che ha un prezzo troppo più alto rispetto alle sue caratteristiche”. Questo per dire che, secondo il giudice, chi ha acquistato gli smartphone Samsung incriminati è andato al di là del design di qualche componente, visto che avrà preso in considerazione anche altri elementi come sistema operativo, durata della batteria e altre funzionalità.
La decisione finale della Corte Suprema arriverà a giugno 2017.

Commenti